Ancora qualche settimana e la vendemmia 2023 partirà anche nel Varesotto, dove è presente una produzione di nicchia ma di pregio. La raccolta delle uve è invece scattata già oggi in Lombardia (Oltrepò Pavese) dove, secondo le prime stime, è prevista una leggera crescita di uve a livello regionale (+5%) rispetto allo scorso anno, nonostante su diverse zone del territorio si siano abbattuti grandinate, nubifragi e vento forte. E’ quanto afferma la Coldiretti in occasione del distacco dei primi grappoli di Pinot Nero e Chardonnay presso l’azienda agricola De Filippi Cantine I Gessi, a Oliva Gessi (PV).
Quest’anno – prosegue la Coldiretti Lombardia – la grandine ha colpito a più riprese e in maniera diffusa il territorio mantovano, oltre che alcune aree della Valtellina e del Bresciano.
In Lombardia ci si attende comunque un’annata soddisfacente dal punto di vista della qualità, ma per confermare le previsioni anche sul piano quantitativo bisognerà aspettare l’evoluzione dei mesi di agosto e settembre.
Sono oltre 20 mila gli ettari vitati in regione destinati per circa il 90% a vini di qualità grazie a 5 DOCG, 21 DOC e 15 IGT (tra queste ultime anche il Ronchi Varesini). Produzioni sempre più apprezzate anche all’estero come testimonia il valore delle esportazioni regionali che nel 2022 hanno raggiunto il record storico sfiorando quota 320 milioni di euro.
A livello nazionale – spiega la Coldiretti – la stagione è stata complessa dal punto di vista meteo tanto che, fra maltempo e ondate di calore, la produzione italiana dovrebbe scendere intorno ai 43 milioni di ettolitri contro i 50 milioni registrati la scorsa stagione. In base alle prime proiezioni, in assenza di ulteriori eventi avversi, per la conquista del primo posto come produttore mondiale di vino si prospetta – evidenzia la Coldiretti – un testa a testa fra l’Italia e la Francia.
Sui bilanci aziendali incide poi la crescita dei costi, da quello del vetro cavo per le bottiglie che fa registrare un aumento che ha raggiunto il +54% negli ultimi due anni, a quello dei prezzi dei carburanti che si somma a un pesante deficit logistico italiano per la carenza di infrastrutture per il trasporto merci, che costa al nostro Paese oltre 13 miliardi di euro.